Six Simple Rules – di Y. Morieux e P. Tollman

 

“Six Simple Rules” by Yves Morieux e Peter Tollman

Per il Complexity Management Literacy Meeting 2014, Giuseppe Zollo – Professore Ordinario di Gestione Aziendale presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale all’Università degli Studi di Napoli Federico II – ha presentato come Libro Consigliato

Six Simple Rules. How to manage Complexity without Getting Complicated, di Yves Morieux e Peter Tollman

pubblicato nel 2014 per la Harvard Business Review Press

Ecco la presentazione di Giuseppe Zollo al Complexity Management Literacy Meeting di Fiesole:

Ecco perché Giuseppe Zollo consiglia questo libro:

Non c’è dubbio che il problema principale di ogni organizzazione sia come fare i conti con la complessità ambientale entro cui sono costrette ad operare. Purtroppo non esistono ricette vincenti, che possono essere assunte come linee guida di sicura efficacia. Chi vinceva ieri, oggi affanna. Chi vince oggi è consapevole che la propria soluzione strategica e organizzativa può rapidamente diventare obsoleta. Il fatto è che la complessità ambientale produce continue sorprese che possono avere impatti devastanti. Morieux e Tollman propongono un approccio che a prima vista può sembrare semplice in modo disarmante, ma che in realtà raccoglie l’eredità di un percorso teorico e applicativo che si è sviluppato negli ultimi cinquant’anni. Percorso che non è mai risultato dominante rispetto ai tradizionali approcci “razionalistici” e “umanistici”, ma che oggi risulta enormemente rinvigorito dagli studi più recenti sui sistemi adattivi complessi. L’idea fondante di tali studi è che un sistema organizzativo complesso (cioè sufficientemente complesso e “creativo”, tale da fronteggiare la complessità ambientale) non può essere progettato nei dettagli da alcuna mente individuale o da alcuna coalizione dominante. Dobbiamo quindi rassegnarci alla nostra insufficienza di agenti dotati di razionalità limitata? La risposta è NO, perché, ed è questa la novità, gli studi sui sistemi adattivi complessi ci confortano nell’ipotizzare che comportamenti complessi possano essere generati dal basso. Come? Intervenendo sui “frame” (regole, criteri, motivazioni) che guidano gli agenti nel gioco cooperativo. E intervenendo sui vincoli che definiscono il campo di gioco. Fatto ciò, bisogna lasciare gli agenti liberi di interagire, osservarne i risultati, rinforzare e rilassare i vincoli, modificare i “frame” con un “fine tuning”. Insomma quello che sempre emerge è un nuovo approccio all’organizzare che possiamo chiamare Generative Design & Management. Vale la pena approfondire la proposta e discuterne.

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